lunedì, settembre 05, 2005

Ricordi di un passato


Ennesimo viaggio di ritorno a Torino con il treno. Mi ricordo da piccolo la sensazione di timore di fronte a quella macchina così strana, che metteva paura al passaggio senza fermata in stazione, e che sembrava semplice nel suo correre su binari fissi...
Ho già scritto sul popolo "torinese" made in Calabria, Puglia, Sardegna e di come Porta Nuova negli anni del boom della FIAT era veramente la porta d'ingresso alla città della speranza. Speranza di poter cambiar vita, e forse non è che oggi sia molto diverso da allora.
La "Freccia del Sud" lo chiamavano: un biscione di metallo che tagliava l'Italia da Torino fino giù in Sicilia, un cordone ombellicale in movimento che univa l'Italia dalla Sicilia fino a Torino. Penso che i modelli di treni non si siano voluti poi così tanto, fino a pochi anni fa si poteva viaggiare su treni espresso nelle cui carrozze ancora erano appese immaginette del primo novecento.
Sono tornato, e ho viaggiato in compagnia di una coppia provenienti dalla Campania presumo dal loro impenetrabile accento partenopeo.
Marito e moglie che venivano a Torino carichi di bagagli (ho praticamente dormito seduto con in braccio la mia chitarra!!) ma come allora, non valigie da botique ultra compatte a prova di urto frontale con un TIR; bensì cartoni chiusi con un semplice spago.
Semplice forse è l'agettivo che mi fa tornare alla mente immagini da film, di persone che viaggiavano stipate in compagnia anche di animali da cortile lasciando alle spalle un mondo di sola agricoltura, per affacciarsi nel regno della meccanica e della catena di montaggio.
Oggi pian piano si stà lasciando morire tutto il settore, e i continui rincari sul petrolio non fanno altro che accelerare questo deperimento che ha visto chiudere prima le grandi roccaforti abitative di Mirafiori e successivamente tutti i satelliti, in cui venivano prodotte auto senza fortuna di mercato.
Lo spago che legava "cartoni da viaggio" si sta slegando poco alla volta, e questo mi porta a pensare che abbiamo sempre calvacato il cavallo finchè era vincente a briglie sciolte a volte, ma mai consapevoli di cosa ci fosse dopo quell'ultimo steccato.

Ora che ho fermato l'assicurazione della mia auto (che stò ancora pagando a suon di rate di fanaziamento) mi rendo conto che la follia di utilizzo del mezzo automobilistico non si fermerà con l'aumento sproporzionato del prezzo del petrolio.
Le continue guerre, atti terroristici e cataclismi naturali sono figli e padri della società dell'oro nero; si cercano patti e concordati che da un lato permettano il continuo sfruttamento dei giacimenti petroliferi e dall'altro la riduzione di emissioni di gas inquinanti.
Raggiungeremo presto il punto di rottura, perchè ad un certo punto la crescita inflazionistica ci porterà allo sciopero della macchine come è successo già in passato.
Aerei, che a causa di un'economia di mercato spregiudicata in mano ai soliti proprietari petroliferi, vanno giù come fossero di carta perchè si vola ormai non solo low cost ma anche low tank e low oil!!!

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